Punta Sant’Anna

Recco, 1954: il campo a mare

In Liguria la pallanuoto è tradizione quanto l’hockey su ghiaccio in Alto Adige. La metà dei 101 titoli nazionali maschili assegnati dal 1912 a oggi sono stati vinti da squadre concentrate nei 20 chilometri fra Camogli e Genova. In estate sono molti i paesi che allestiscono un campo in mare, o anche solo una porta per fare due tiri con gli amici. E una volta si giocava proprio in mare, con l’allora unico arbitro a dirigere da una barca. Una di queste squadre negli anni ’50 deve rinunciare al suo primo campionato di serie A proprio per la mancanza di un campo protetto, se non di una piscina vera e propria. Si può rinunciare una volta, ma non una seconda: bisogna fare qualcosa. Sotto la spinta di un dirigente, Antonio Ferro, a creare il campo sarà l’impegno e il lavoro di tutto il paese, giocatori e tifosi insieme. E raggiunto in pochi anni il primo titolo italiano, e poi altri tre consecutivi, e addirittura la Coppa dei Campioni, è chiaro che ci vuole qualcosa di più. È così che nasce una delle piscine più famose d’Italia, col pubblico che in attesa delle partite viene intrattenuto dal panorama del Golfo Paradiso. Una piscina che non è solo impianto sportivo, ma punto di riferimento di una cittadina intera, che dalla distruzione della guerra si ritrova ad avere una delle squadre di pallanuoto più vincenti al mondo.

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28 maggio 2008, finale scudetto

Punta Sant’Anna, così si chiama, ha visto scudetti e sfide per non retrocedere, coppe europee e incontri della Nazionale, ma anche giochi estivi, spettacoli musicali e cinema, a cielo aperto o impacchettata sotto un pallone pressostatico. Fino a quando nel 2009, al culmine di una lunga diatriba su costi, gestione e manutenzione, la “sua” squadra restituisce simbolicamente le chiavi all’amministrazione comunale. Si riapre per una sola partita, il 5 giugno del 2010, e poi più nulla se non la balneazione estiva. Una tribuna ormai pericolante, gli impianti inservibili, Punta Sant’Anna diventa un simbolo di abbandono, cattiva amministrazione e scarsa lungimiranza.

Sono passati dieci anni, fatti di parole, progetti, presentazioni in grande stile e imbarazzanti dietrofront. Domani, sabato 28 novembre, Punta Sant’Anna riaprirà i battenti alla pallanuoto vera con una partita di serie A1. Con la vasca rifatta, nuovi impianti, nuova illuminazione. Con la vecchia gradinata inagibile e una nuova tribuna prefabbricata lato mare che purtroppo resterà vuota, quasi un beffardo scherzo del destino. E sì, si giocherà all’aperto, come una volta, per tutta la stagione. Anche se è inverno, anche se il vento in quel punto si fa sentire tutto l’anno. Punta Sant’Anna riapre, e chi ama questo sport e i suoi simboli non può restare indifferente al fascino di questo monumento dello sport italiano.

Novembre 2020: allenamento

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